ACUSTICA - INTRODUZIONE

DEFINIZIONE DI RUMORE

Il rumore è un suono importuno, sgradevole o dannoso e costituisce un tipo di inquinamento con implicazioni tipicamente sanitarie in grado di:

Il danno più conosciuto è il danno uditivo, che può insorgere per un’esposizione a livelli sonori dell’ordine di 75-80 dB(A) determinando un innalzamento temporaneo della soglia percettiva e quindi una perdita transiente dell’udito che dopo un’esposizione prolungata, come in alcune situazioni occupazionali, può diventare irreversibile.

I suoni sono prodotti da rapide variazioni della pressione atmosferica che si propagano sotto forma di onde concentriche (onde sonore).

La pressione sonora è espressa in decibel (dB) e l'immagine seguente illustra la scala di misurazione dell'intensità. 

Da un’intensità appena percepibile tra 5 e 10 dB (detta soglia uditiva) si passa mano a mano a valori sempre più elevati sino ad arrivare a valori che possono determinare dolore oltre 120 dB (soglia del dolore).

All’interno di questi valori estremi esistono diversi livelli che possiamo comunemente riscontrare nella nostra vita quotidiana quali ad es.:

 

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La misurazione di un suono può rivelarsi molto complessa perché sono tanti i fattori che determinano come un fenomeno acustico è percepito dall’orecchio umano.

L'esposizione a rumori molto forti o di media intensità ma protratti nel tempo può portare a conseguenze fisiche a carico dell'apparato uditivo.

Il rumore ha inoltre effetti psico-sociali che tutti noi viviamo quotidianamente. 

Sono quegli effetti che determinano un’azione di disturbo nella vita di relazione e soggettiva, stanchezza, insonnia, irritabilità, mal di testa, difficoltà nell’apprendimento sono disturbi che spesso non vengono associati al rumore ma che in realtà ne sono una diretta conseguenza.

Anche se è evidente che i “disturbi” che il rumore può provocare variano con il grado di sensibilità individuale la tabella che segue può dare un’idea dei molteplici “disturbi” che l’esposizione al rumore può causare:

Livelli sonori (dBA)   Effetti del rumore sull’uomo  
25-30 Nessun effetto  
30-50 Fastidio (annoyance)
35-50 Disturbi della qualità e della durata del sonno
40 Disturbo del lavoro intellettuale se di un certo impegno
40-80 Disturbi dell’apprendimento
40-85 Disturbi psichici, ansia, irritabilità
45-55 Inizio degli effetti di disturbo in ambiente urbano nelle ore notturne
45-75 Interferenza sulla comprensione della voce parlata
55-65 Inizio degli effetti di disturbo in ambiente urbano nelle ore diurne
55-70 Disturbo del lavoro di ufficio
60-70 Influenza sull’efficienza e sul rendimento
60-80 Alterazioni del tracciato elettroencefalografico
60-90 Vasocostrizione
60-110 Effetti neuroendocrini, attivazione dell’asse ipofiso-surrenale
70-120 Effetti di tipo psicosomatico
72-74 Comparsa di proteste sporadiche nella popolazione
75-95 Aumento della pressione arteriosa  
80 Disturbo per il 60-80 % della popolazione esposta
80-115 Danno uditivo cronico
80-120 Disturbo della visione (restringimento del campo visivo, midriasi)
85-120 Alterazioni del tracciato elettroencefalografico
90 Laringo e rinopatie
90-100 Disturbi dell’apparato digerente
90-105 Alterazioni della libido, interazioni sullo sviluppo fetale
105-115 Inizio degli effetti disturbo degli ultrasuoni  
110 Aumento di eccitabilità dei nervi motori  
110-120   Disturbi della funzione respiratoria  
120 Modifiche della formula leucocitaria del sangue
120-125 Inizio degli effetti di danno degli ultrasuoni  
130 Comparsa di danno vestibolare  
130-140 Emorragie timpaniche
140-145 Rottura del timpano, distruzione delle cellule del Corti, sordità

 

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La misura del rumore

Non volendo addentrarci nella fisica del suono ci basta ricordare che le principali caratteristiche fisiche e le unità di misura del rumore sono:  

  1. La velocità di propagazione (V): è la velocità con la quale le onde sonore si propagano in un mezzo; per l’aria questa velocità è pari a 344 m/sec alla temperatura di 20°C; ad ogni aumento di 1°C nella temperatura dell’aria si ha un aumento di circa 0.61 m/s della velocità del suono.
  2. La frequenza f (Hz): è data dal numero delle variazioni di pressione per secondo, viene espressa in Hertz (Hz) e caratterizza l’altezza del suono. Per essere udibile dall’orecchio umano un’onda sonora deve avere una frequenza compresa nella banda fra 20 e 20.000 Hz circa.
  3. La lunghezza d’onda (l ): è la distanza, in direzione perpendicolare, tra due fronti d’onda aventi la stessa fase, per esempio tra i punti di massima compressione, e coincide con la distanza percorsa dall’onda sonora in un ciclo completo di vibrazione.

L’indice di valutazione del rumore secondo quanto previsto dalle normative  vigenti è il livello equivalente continuo (LeqA), espresso in dB(A), l’introduzione del livello equivalente, che misura l’energia acustica prodotta sotto forma di rumore da una  sorgente, si è reso necessario in quanto il rumore, nella maggior parte dei casi, varia nel tempo in modo imprevedibile ed occorre, quindi, ricavare un valore medio che descrive il fenomeno e al contempo è associabile agli effetti che il rumore ha sull’uomo. Il livello equivalente ponderato A non è altro che il valore, ponderato (A), di un livello continuo di pressione sonora stazionario che ha lo stesso contenuto energetico di un livello variabile nel tempo.

Il livello equivalente continuo viene calcolato in modo automatico dal fonometro che fornisce una valutazione dell’ampiezza dei suoni e misure obiettive e riproducibili del livello di pressione sonora. Sono disponibili vari sistemi per la misura del suono, diversi tra di loro nei dettagli, ma ciascun sistema può essere ricondotto ad un microfono, ad una unità di trattamento e ad una unità di lettura.  

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